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le sorgenti del po il po diventa ruscelloDopo un breve tratto, ricevuto il primo affluente che scende dal Lago Fiorenza, si butta da una parete rocciosa in una cascata, l’unica sul suo cammino verso est.

Il corso prosegue quindi in un ambiente di prateria alpina, ampie pareti rocciose ai lati, subito aperte, verso destra, dal Vallone dei Quarti, dal quale giunge il secondo affluente.

Ai lati del fiume grandi massi ed immensi depositi detritici testimoniano la storia geologica della Valle, il lavorio dei ghiacciai e quello successivo delle acque.

cascata al pian della reginConcluso a valle di Pian Melzè o Melezet (Pian della Regina 1750 metri) lo spazio della prateria alpina, il fiume riprende a scendere verso Crissolo. po crissolo

Le aumentate pendenze accrescono l’energia delle acque e numerosi massi affiancano il corso, intervallati da brevi spazi quasi pianeggianti, segno di antiche frane.
Le rive, specie quella destra, sono ricoperte da boschi a preminenza di Larice.
E’ qui che improvvisamente il Po appare secco, una presa per scopi idroelettrici prosciuga il fiume.

Il terreno, massi e rocce depositati alla rinfusa, lascia ampie vie di fuga all’acqua, che poco dopo ricompare, filtrando dai sassi e rafforzandosi grazie a numerose sorgenti sotterranee.

E’ come se alle porte di Crissolo il Po rinascesse.

Superato Crissolo il paesaggio muta nuovamente, la valle si fa stretta, le rive incombono sull’acqua e nei boschi, scomparsi i Larici, appaiono le latifoglie.
Notevole la faggeta sulla destra orografica.

Alcuni chilometri più in basso, al ponte per Oncino, l’acqua corre sulla viva roccia, i massi del letto, caduti dalle pareti circostanti, hanno dimensioni gigantesche.
L’ambiente, difficilmente accessibile, ha mantenuto caratteristiche di selvaggia bellezza.
Qui il Po si arricchisce delle acque del torrente Lenta.

Dopo la confluenza con il torrente Lenta, il letto del fiume, pur conservando andamento torrentizio, diventa meno ripido, fin quasi ad annullare la sua pendenza a Paesana (614 m.), dove la valle si apre sulla pianura.

A Paesana, nei pressi dell’abitato di Calcinere Superiore, nel volgere di pochi chilometri, il Po ha colmato buona parte del dislivello che lo separa dalla pianura.
Il corso, nuovamente ricco d’acqua, si snoda con maggiore tranquillità, indugiando in ampie buche e laghetti, regno delle Trote, del Merlo acquaiolo e di un’infinità di macroinvertebreati acquatici.
L’acqua è limpida, ma il fondo presenta una coltre marrone, fenomeno nuovo nella storia del fiume.
Si tratta di una sorta di mucillagine, frutto di vegetali acquatici e delle loro parti in decomposizione, sconosciuta fino a qualche decennio or sono, indice dell’aumentata temperatura delle acque e dell’ambiente in generale.

A valle di Paesana l’acqua scarseggia nuovamente.
E’ l’effetto di una nuova captazione idroelettrica, a Calcinere Inferiore, e questa volta il fiume non rinasce più, tanto che nei sottostanti comuni di Sanfront e Revello il corso appare spesso in secca.
Si è parlato al proposito di "FENOMENO CARSICO".
E’ anche corretto osservare quanto accade lungo il fiume.
Da Revello in poi, se da una parte cessa l’uso idroelettrico delle acque, dall’altro subentra un massiccio uso irriguo, con deviazioni che portano l’acqua lontano.  
Quella di Sanfront nei pressi del ponte verso Rifreddo, devia l’acqua a confluire addirittura nel Ghiandone; tornerà nel suo letto naturale a Cardè, in aperta pianura.

Il Po prosegue ora tra due versanti boscosi nella conca di Rocchetta, lambendo le pendici del Monte Bracco.
E proseguendo, in pianura per Sanfront, Riffreddo, Gambasca e Martiniana, s'introduce presso Revello, con un corso ancora rapido e in un letto più ampio, nella prospiciente pianura.
Dalle sue sorgenti sino alla pianura ha percorso una lunghezza di  27.200 m circa.
Questo fiume, malgrado le più grandi siccità, conserva sempre una discreta portata d'acqua, a partire dalle sue sorgenti sino a 3 Km. prima della strada Saluzzo-Revello (a valle di Martiniana Po),
dove inaspettatamente scompare dalla superficie fra i ciottoli e la ghiaia. (FENOMENO CARSICO)

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