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Re Liutprando

Fra le molte leggi emanate ad integrazione del Codice di Rotari, con l’intenzione di amalgamare il popolo longobardo e fonderlo con le precedenti popolazioni (ed ovviamente di rafforzare il potere centrale), intraprese anche l'unificazione del sistema di misure, imponendo per tutto il Regno una medesima misura lineare fondamentale: il Piede, da lui detto, appunto, di Liutprando.
Non diversamente, del resto, farà Carlo Magno cinquant'anni dopo, verso l'anno 800, uni-formando le misure di Francia, con il Pied du Roy e la Toise Carlovingienne.
La fantasia dell'epoca medievale ha condito l'iniziativa del re Longobardo di profumi e sapori gustosi, ancora persistenti all'inizio del nostro secolo.
Si disse dunque che Re Liutprando, viaggiando nel Milanese, venisse informato che si commettevano frodi nel misurare e ne conseguivano frequenti controversie; avesse allora posto il suo piede (magnum et spaciosum) su una pietra, e subito disposto che dall'impronta in essa mirabilmente lasciata, si prendessero le misure per le compere e le vendite.
Il nuovo modulo, dunque, da lui prese il nome di Piede di Liutprando, e poiché la nuova misura era più grande di almeno una volta e mezzo del Piede di Roma, se ne dedusse che il re Longobardo dovesse essere stato alto della persona in guisa di un gigante: e questa convinzione serpeggiò per oltre un millennio e ne è rimasto il dubbio fino a meno di cent'anni or sono.
Il Piede di Liutprando, benché con valori numerici differenziati, rimase in uso in tutta Italia, seppure con valori e nomi diversi (Piede Liprando, o Eliprando, o Piede di Piemonte, o Piede legale); in Lombardia fino alla seconda metà del '700, ed in Piemonte fino alla unificazione Sabauda.
Quella di Liutprando fu sostanzialmente la sola unificazione dei pesi e delle misure che abbia interessato pressoché l'intero territorio della Penisola, dopo quella di Roma antica e fino alla proclamazione del Regno Sabaudo.


Estratto dai Quaderni del Club Ingegneri milanesi - oltre il 1992, N. 5 (1998)