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È famosa l'opinione di Plinio il vecchio, consegnata nel libro 3 cap. 16 della sua storia naturale:

Padus, e gremio Vesuli montis celsissimum in cacumen Alpium elati finibus Ligurum Bagiennorum visendo fonte profluens condensque se cuniculo et in Forovibiensium agro iterum exoriens, nullo amnium claritate inferior, Graecis dictus Eridanus ac poena Phaethontis inlustratus, augetur ad canis ortus liquatis nivibus, agris quam navigiis torrentior, nihil tamen ex rapto sibi vindicans atque, ubi linquit, ubertate largitor.

trad.:

II Po, dall'interno del monte Vesulo elevato su una cima altissima delle Alpi, scorrendo nei confini dei Liguri Bagienni da una sorgente degna di essere vista e nascondendosi in un cunicolo e comparendo di nuovo nel territorio dei Forovibiensi, non inferiore per fama a nessuno dei fiumi, chiamato Eridano dai Greci e celebrato per la condanna di Fetonte, è ingrossato al sorgere della costellazione del cane dalle nevi sciolte, più impetuoso per i campi che per le navi, non trattenendosi tuttavia niente di ciò che strappa e, dove si deposita, più abbondante di fertilità.

po carsismo1Un tale fenomeno già esercitò la sagacità di antichi filosofi.
Ci furono scrittori, che sostennero che quel celebre naturalista fosse caduto in errore, e a tal fine si disse, che, se in tempo di acque magre e scarse rimaneva il fiume asciutto appunto nei siti, in cui si passa a guado, cioè per le strade da Saluzzo a Revello, questi stessi scrittori, ed osservatori opinarono, che se nei siti più bassi e vicini a Staffarda ricompariva il Po già copioso, ne derivava la causa principale dalle numerose sorgenti provenienti dai non lontani terreni di natura paludosa e piuttosto abbondanti d' acqua.

carsismo1Le acque del Po raccolte in un sol corpo al ponte sulla strada, che da Revello tende a Sanfront, vengono diminuite dai vari canali di derivazione a destra e principalmente a sinistra in territorio di Revello, a Martiniana si riduce quasi alla metà: questa residua quantità nel corso di metri 2,400, ora perdendosi sotto le pietre dell'alveo, ora ricomparendo in parte, scompare interamente, e lascia l’alveo asciutto per una lunghezza di 3,8oo m. circa, cioè sino al quartiere detto di S. Firmino: ivi cominciano a zampillare alcune fonti, sia nel letto medesimo, sia lungo entrambe le sponde, senza che i circostanti terreni abbiano apparenza paludosa: anche a 100 metri prima dello sbocco del torrente Bronda nell’alveo del fiume l’acqua si ritrova a 5 centimetri di profondità sotto la ghiaia, e l’arena.

Il Po riceve poi il torrente Bronda, e poco dopo le acque del Rivotorto: inferiormente e quando nel corso dell’estate questi due affluenti sono privi d’acqua, si vedono per altro nell'alveo del fiume ora a destra, ora a sinistra alcuni pantani di una discreta profondità, ed estensione, da quali sgorgano molte sorgenti.

Dallo sbocco del Rivotorto sino al disotto di Staffarda dove ha foce il torrente Ghiandone, molte zampillanti sorgenti tanto a destra, quanto a sinistra vengono ad accrescere il corpo d'acqua del Po, di modo che prima di ricevere il Ghiandone è già triplo di quel che fosse allo sbocco del suddetto rivo.

L'opinione adunque della perdita delle acque del Po da Plinio esternata, è vera e reale: non dirò già che vi esista un condotto sotterraneo, ma bensì potersi con certezza sostenere, che l'acqua infiltrandosi fra sassi e sassi finisca per fluire in un più antico alveo del fiume ora ricoperto da grossi macigni, e da molti ciottoli discesi dagli alti monti, e che continui in siffatta guisa il suo nascosto corso sino dove il terreno, avendo minore pendio, diviene minore la mole dei ciottoli trasportati dall'impeto delle onde, ed allora l'acqua può di nuovo scaturire.

Credo poi, che in alcuni siti dell'alveo, l'acqua giunga ad una conseguente profondità, poiché non valsero gli scavi, e gli esperimenti fatti per rinvenirla al disotto di sei metri: che poi sia essa ben profonda, lo desumo dai pozzi escavati nelle diverse case rurali vicine alle sponde, principiando dal territorio di Revello sino al detto quartiere di S. Firmino, per essersi osservato, e riconosciuto, che i detti pozzi ricevono le acque dal fiume; e per vero secondo che queste più o meno scorrono sul letto, sono quelli più o, meno provvisti d'acqua; anzi dalle varie situazioni degli stessi pozzi si deve credere, che l'acqua del fiume sia nascosta a dieci, dodici metri di profondità; si è perfino osservato essere le acque dei pozzi più fresche, quando il letto del fiume sia asciutto, ed al contrario trovarsi meno fresche, quando sull'alveo ricompaiano le acque.

in parte tratto da:STATISTICA DELLA PROVINCIA DI SALUZZO di G. Eandi 1836

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