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Quel che resta del fiume, prossimo allo sbocco della valle, è caratterizzato da ghiareti e distese di sabbia.
L’acqua vi manca per mesi, salvo tornare improvvisa nel corso di piene ed alluvioni a ricordare che quella è la casa del fiume e che non è opportuno occuparla e fermare la "fabbrica della pianura".
Perché è il fiume il vero motore della pianura.
L’andamento dell’acqua nelle zone pianeggianti non è rettilineo.
Il fiume si muove a curve, all’esterno delle quali scava ed all’interno riporta terreno.
E’ così che è nata la pianura, dal riporto di materiale prelevato a monte, è così che si rinnova la Natura, perché dove il fiume, all’interno della curva, deposita materiale, tutto ricomincia, a partire dalla Saliceta per giungere al bosco di Querce che attende la successiva alluvione, ad intervalli secolari, millenari.

Le acque del Po raccolte in un sol corpo al ponte sulla strada, che da Revello tende a Sanfront, vengono diminuite dai vari canali di derivazione a destra e principalmente a sinistra in territorio di Revello, a Martiniana si riduce quasi alla metà: questa residua quantità nel corso di metri 2,400, ora perdendosi sotto le pietre dell'alveo, ora ricomparendo in parte, scompare interamente, e lascia l’alveo asciutto per una lunghezza di 3,800 m. circa, cioè sino al quartiere detto di S. Firmino: ivi cominciano a zampillare alcune fonti, sia nel letto medesimo, sia lungo entrambe le sponde.

Il Po riceve poi il torrente Bronda, e poco dopo le acque del Rivotorto: inferiormente e quando nel corso dell’estate questi due affluenti sono privi d’acqua, si vedano per altro nell'alveo del fiume ora a destra, ora a sinistra alcuni pantani di una discreta profondità, ed estensione, da quali sgorgano molte sorgenti.

Dallo sbocco del Rivotorto sino al disotto di Staffarda dove ha foce il torrente Ghiandone, molte zampillanti sorgenti tanto a destra, quanto a sinistra vengono ad accrescere il corpo d'acqua del Po, di modo che prima di ricevere il Ghiandone è già triplo di quel che fosse allo sbocco del suddetto rivo.

Proseguiamo la descrizione di questo fiume, il quale dalle sue sorgenti discende in direzione quasi continua dall'ovest all'est sino presso Paesana, e poscia si volge al sud: ma dal punto in cui entra nella pianura fra Revello e Saluzzo ne viene la sottoposta campagna attraversata dal sud ovest al nord est per l'estensione di 31,000 m. (miglia 12 e mezzo), quantunque la sua direzione considerata in complesso, e rispetto al lunghissimo suo corso sia verso il nord.
Più in basso nel territorio di Staffarda il Po si avanza con sinuoso corso fra i territori di Cardè, Villafranca, Moretta, Faule, Polonghera.

La sezione dell'alveo alla confluenza del Pellice risulta come segue:

  • In tempo d'acque magre larghezza m. 55, altezza1,50.
  • di piene ordinarie larghezza m. 144, altezza 2,50
  • di piene massime larghezza m. 450, altezza 4,50

Dai tetti Pertusio sino a Staffarda per un tratto di 6,000 metri la pendenza del Po vien ragguagliata a 9 m. per mille.

Gli affluenti del Po sino alla confluenza del Pellice sono: a destra il torrente Bronda, il Rivotorto, a sinistra il Ghiandone presso Staffarda, il Rivosecco presso Cardè, il rivo Cantonio presso Villafranca, il fiume Pellice infine il quale vi si scarica quasi ad angolo retto rimpetto a Faule, fra Villafranca e Pancalieri.

Oramai il nostro fiume, fattosi più ricco d'acque, si dirige verso Torino, e prendendo il dominio della pianura padana, prosegue per lo spazio di seicento Km il maestoso suo andamento, e va a sfociare nel mare Adriatico

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