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Noust paire

(1833)

Noust paire, ch'sé'n cel, sia santificà lou voust nom, a vena'l voust regnou, sia facia la vostra voulontà tant an cel couma an terra.

Dounanou encue'l noust pan di tu gli giourn, perdounanou i noustri débi, coum nou li prdounèn ai noustri debitou: e leissanou nen ceire 'n tla tentassioun, ma librane dal mal: e pareglj sia.

Nou Sgnour vou salve, o Maria piena d' grassie, 'l Sgnour è bou vou: a sé bnedetta 'n tra toutte les fémne, e a lé bnedét'l frut dle vostre viscere, Giusù. Santa Maria maire di Diou, pregà pr nou pcatou eura e a l'oura de la noustra mouart: e pareglj sia

Nei monti di Barge e di Bagnolo, e principalmente sul Monbracco e sue dipendenze, e nella borgata del Villar di Bagnolo la variazione della pronunzia è talmente rimarchevole, che sembra si parli da quegli abitanti un altro dialetto: il loro linguaggio è una continua cantilena, assai disaggradevole all'udito: appoggiano essi moltissimo sulle consonanti, come se fossero quattro o cinque insieme unite, e fanno lo stesso per le vocali, che danno termine alla parola. Ma nel rimanente dei territori di queste due terre verso il piano, lieve è il divario col dialetto di Saluzzo, per quanto concerne i vocaboli, l'espressioni, l'accento ecc.: una differenza però vi si scorge, e consiste nella coniugazione dei verbi : dicono essi manger, beiver, vener per esprimere a mangio, a beino, a veno, ossia mangiano, bevono, vengono, ecc.

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